E va bene, votiamo la Sinistra l'Arcobaleno, lo faro` anch'io... e non certo per la soddisfazione di mandare in parlamento qualche nominato...
Ma ricordiamoci che c'e` un processo molto importante da portare a compimento: la costituzione di un soggetto politico che possa realmente rappresentare tutto il popolo della sinistra. Processo minato da chi, soprattutto al vertice, non agisce coerentemente con quanto dichiara.
Sono d'accordo con Giorgio Parisi sulla necessaria diversita` rispetto agli altri partiti che conosciamo; diversita` per la visione politica del futuro ma anche diversita` a cominciare dai regolamenti che ne dovranno determinare un vitale funzionamento. Il giorno che potro` iscrivermi a SA, o a quello che sara`, vorro` conoscerli e capire se si tratta o meno della solita fregatura.
Per il momento credo ancora che qualcosa di utile sia possibile farlo e siccome la forte esigenza di nuovo ha spinto qualcuno a prospettare anche forme organizzative diverse da un partito vorrei dare un piccolo contributo per delineare i contorni di quel che sara`...

In teoria c'e` un'infinita` di modi per organizzare una forza politica e le relative azioni collettive; e a seconda degli aspetti su cui ci si focalizza alcuni di questi modi possono risultare piu` confacenti di altri.
Tuttavia il focalizzarsi su certi aspetti puo` gia` implicare un "entrare nel merito", prima ancora che si sia stabilito un motodo per una democratica valutazione di questo merito.
Allora per passare dalla teoria alla pratica, per tradurre la volonta` dichiarata in realizzazione di un progetto, occorre individuare dei "contorni" per quanto possibile oggettivi.

Ci e` d'aiuto l'articolo 49 della costituzione.
(http://www.camera.it/cost_reg_funz/345/347/416/listaarticoli.asp#Nuova_R...)
Voglio dire che ciascuno di noi puo` avere una sua visione di cio` che sara` il "soggetto della sinistra" ma tutti dovremmo prendere atto che solo un partito, seppure nella generica accezione del testo costituzionale, godrebbe di un cosi` alto riconoscimento del proprio ruolo nella societa` e dell'implicita tutela.
Ovvero, si possono immaginare organizzazioni politiche capaci di incidere nella societa` piu` efficacemente di un partito ma rinunciare a tale riconoscimento istituzionale, foss'anche solo una questione formale, significherebbe essere piu` deboli e magari in balia del legislatore di turno.

Del resto l'articolo 49 ci lascia del tutto liberi di fare un partito diverso da quelli che per un motivo o per l'altro a molte persone (fra cui io) non piacciono. Infatti l'unico vincolo che ci pone e` secondo me non solo accettabile ma addirittura virtuoso... Mi riferisco all'implicita raccomandazione di democrazia interna.
Perche` "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" significa si` che i partiti devono riconoscersi "il peso" reciprocamente ma anche che a loro volta devono essere luoghi d'esercizio democratico, altrimenti viene meno il valore istituzionale delle loro iniziative.

Nella fase di crisi democratica che stiamo attraversando rimarcare questo articolo puo` risultare ingenuo ma temo costituisca invece una delle poche ancore di salvezza che ancora rimangono alla Repubblica per scongiurare derive autoritarie.
I partiti al loro interno poco democratici lo sono sempre stati, almeno per come li ho conosciuti nell'arco della mia vita, ma a cio` ha spesso fatto da contrappeso la possibilita` di una significativa scissione; cioe` in mancanza di una corretta rappresentanza interna (o corretta gestione delle risorse) si e` potuto optare per un confronto fra soggetti politici distinti. Ma gli interventi alle leggi elettorali che si sono susseguiti a partire dagli anni novanta hanno reso il confronto stesso tra partiti sempre piu` "distorto" e le minoranze sempre piu` penalizzate.

Ritengo che l'eccessiva proliferazione di partiti sia in contrasto con un'ottimale "politica nazionale" ma la loro riduzione non puo` avvenire a scapito della rappresentanza democratica, ecco perche` "pretendo" democrazia al loro interno e sottolineo l'articolo 49.
Del resto nel testo costituzionale si puo` individuare anche un altro importante "contorno" che puo` orientarci nella definizione delle modalita` operative del nuovo soggetto; mi riferisco all'articolo 67 circa il vincolo di mandato.
(http://www.camera.it/cost_reg_funz/345/348/430/listaarticoliduelivelli.a...)

Credo infatti che la "compattezza" nell'attivita` parlamentare sia di fondamentale importanza per il successo di un progetto, a maggior ragione la compattezza su una linea che magari non piace a tutti ma che tutti nel partito possono riconoscere come legittima in quanto determinata democraticamente; credo anche che chi nel partito rivendicasse l'articolo 67 quale tutela per una propria eventuale responsabilita` nel determinare il venir meno della compattezza sia tenuto ad accettarne le ostili conseguenze; tuttavia sarebbe un controsenso se un partito che si prefigge di rappresentare tutta la sinistra cominciasse ad espellere esponenti di sinistra sulla base di una loro valutazione politica diversa da quella della maggioranza interna.
Al contrario, un palese riguardo per l'articolo 67 da parte del partito lo metterebbe in condizioni di fungere da polo di aggregazione per eventuali "fuoriusciti" da altre formazioni di sinistra che tale riguardo non ce l'hanno. E poi e` chiaro che alla lunga un partito con prassi poco conformi al dettato costituzionale finisce per essere piu` debole di uno che vi si trova in armonia.

Ma allora in questo partito dobbiamo accettare tutti?
Sembrerebbe di si` dal momento che sarebbe controproducente un organo "guardiano della purezza" che avesse il compito di stabilire "tu sei di sinistra" oppure "no tu no". Ma se le iniziative decise (o almeno condivise) a maggioranza dal popolo della sinistra risulteranno forti e chiare saranno in grado di "difendere" il partito da profittatori, sabotatori o anche da personaggi che semplicemente hanno le idee confuse.
Come dire che di fatto soltanto chi e` realmente di sinistra trovera` nell'adesione al partito una qualche soddisfazione politica o un significativo seguito.

Si notera` che finora ho parlato in modo generico di sinistra, senza darne una definizione, evitando riferimenti a egualitarismo, socialismo, comunismo, antifascismo, anticapitalismo e via dicendo, proprio per non confondere l'impostazione "normativa" (su alcuni contorni della quale ho espresso qui la mia idea) con quella politica che, per un'appropriata definizione, necessita della prima (e sulla quale mi esprimero` in qualche futura occasione).